07 maggio 2007

L'uomo che doveva morire

Al sessantaduenne John Brandrick il 27 aprile 2005 era stata inviata una risposta specialistica da un gastroenterologo, nella quale si leggeva: "La diagnosi clinica è tumore al pancreas e la sua aspettativa di vita è di sei mesi. Il cancro sta progredendo e le condizioni di John sono molto gravi".
Insomma, sei mesi di vita davanti e nessuna speranza che le cose potessero cambiare. Ma era tutto un errore.
L'ignaro John, con quella dichiarazione di morte in mano ha deciso di cambiare vita. Così ha deciso di lasciare il lavoro che gli garantiva 13 mila sterline l'anno (circa 20 mila euro), ha venduto la macchina ed essendo estate ha regalato a un ente di carità i suoi abiti invernali perché. A quel punto non gli restava che decidere quale fosse il modo migliore per passare gli ultimi sei mesi della sua vita. Ha iniziato a spendere tutti i suoi soldi, a godersi la vita come non aveva mai fatto prima.
Dopo sei mesi John si sentiva ancora bene, così decide di andare in Ospedale per un controllo dove viene a sapere che il tumore era scomparso, o meglio, non c'era mai stato. A quel punto la prima sensazione dell'uomo è di immensa felicità, poi prende il sopravvento la disperazione di chi, sapendo di dover morire, in quel momento era ridotto sul lastrico. Queste le sue parole:"Il sollievo di sapere che sarei vissuto ha lasciato presto il posto alla consapevolezza che ormai ero completamente rovinato per colpa di quella diagnosi sbagliata".
Anche in Inghilterra quindi ci sono dei casi di malasanità, anche se per fortuna l'esito finale è migliore di quanto succede da noi, se pensiamo agli 8 morti di Taranto per esempio.

1 commento:

Angelo ha detto...

Carissimo,
ti rispondo al post di Riserva Indiana sulla manifestazione a Roma, anche se capisco che il caso Basso possa avere la sua importanza.

Lasciami dire che la Chiesa usa i soldi come meglio crede. Questa è una battaglia ideale giusta, perché le idee che circolano su matrimonio, coppia , eccetera, mettono a dura prova la persona, la concezione della persona. E' una battaglia molto importante e sbaglia chi, all'interno della chiesa, sta sottovalutando il gesto.

Poi aggiungo che la destinazione dell'8 , come del 5 per mille, non è obbligatoria, quindi sta al cittadino destinare le risorse economiche dove vuole.

Caro amico, ti ricordo, comunque, che le famiglie che saranno presenti a Roma sosterranno personalmente le spese per il trasporto e il soggiorno. E' una scelta ideale, libera e personale che comporta un sacrificio anche economico. Come avviene per le famiglie che decidono di iscrivere i propri figli alle scuole private.