02 settembre 2008

C'era una volta il Basket in Italia

Non ci sono dubbi, il basket italiano oggi sta affrontando la più grande crisi che si ricordi nella sua storia recente. Sembrerà strano sentire affermare una cosa del genere proprio nel terzo anno consecutivo in cui un giocatore italiano viene scelto ai primi posti del Draft NBA (Bargnani, Belinelli e Gallinari in successione), ma la situazione è questa ed all'orizzonte non si vedono schiarite.
Lo specchio del movimento cestistico italiano dovrebbe essere logicamente la Nazionale, ed è proprio da lì che si vede quanto sia grande oggi la crisi dell'Italbasket. Dopo Atene 2004 (argento olimpico) i risultati sono stati a dir poco pessimi, culminati con la mancata qualificazione alle Olimpiadi di Pechino. Sembra che si fosse toccato il fondo, ma oggi la situazione è ancor più grave. La Nazionale sta affrontando le qualificazioni per l'europeo del 2009, e dopo 4 partite si trova all'ultimo posto del proprio girone dopo aver ceduto il passo a Serbia, Ungheria e Bulgaria. Ora serve un miracolo, ma nello sport difficilmente avvengono.
Sul banco degli imputati ci sono la Federazione e il coach della Nazionale. Il problema è la mancanza di giocatori validi? Oppure Recalcati non riesce più a gestire nel modo migliore il suo ruolo di selezionatore ed allenatore degli azzurri? Secondo me il problema è doppio, ci vorrebbe una bella pianificazione seria della pallacanestro italiana, con una rivoluzione anche all'interno dei piani alti della FIP, ma ci vorrebbe anche un cambio alla guida della Nazionale che ormai da anni presenta sempre gli stessi problemi.
A mio modesto avviso Recalcati ha sbagliato spesso le sue scelte, errore che ha commesso anche per queste qualificazioni europee. Ma soprattutto in questi anni non si è visto giocar bene questa squadra, che è apparsa tatticamente povera sia in attacco che in difesa. Offensivamente parlando poi è sotto gli occhi di tutti che l'Italia fa dell'abuso del tiro da 3 punti il suo marchio di fabbrica, solo che può andarti bene una volta, ma alla fine difficilmente questo gioco paga.
Per quanto riguarda la Federazione, a livello gestionale tutto parte dalla base, quindi dai settori giovanili. Ogni anno si cambia qualcosa, riuscendo solo a complicare la vita di molte società che con fatica vanno avanti. Nei campionati giovanili manca la competitività, si pensa che formare giocatori tacnicamente sia più importante che giocare campionati competitivi con l'obbiettivo di vincere le partite, senza pensare che proprio l'agonismo aiuta a creare dei giocatori. Penso che le due cose debbano andare di pari passo. Non sono infatti daccordo con l'abolizione delle finali nazionali Under14, campionato che dallo scorso anno termina con la fase regionale. I ragazzi già a 14 anni devono iniziare a "sudare" per conquistarsi un risultato importante, perchè è solo giocando campionati di alto livello (con alta competitività ed agonismo) che i ragazzi possono crescere.
L'altro problema sembra essere quello della presenza di giocatori italiani nelle squadre di serie A. Il regolamento dice che su 12 giocatori a referto, almeno 6 devono essere italiani (di cui 2 naturalizzati) oltre ai quali si possono avere 4 extracomunitari e 2 comunitari. Beh, visto che in campo si gioca in 5, anche con le rotazioni alla fine in Italia lo spazio per gli italiani è ridottissimo, con molti azzurri (o azzurrabili) che se ne stanno seduti in panchina a guardare. L'anno scorso l'impiego medio dei giocatori italiani è stato del 20% circa, con molte delle 18 squadre della serie A che avevano un quintetto senza italiani veri in campo. Quindi è il regolamento che ci penalizza? Sembra di sì, ma forse non è così. In Spagna alla fine il regolamento è lo stesso, con la differenza che gli extracomunitari son 2 ed i comunitari 4, ai quali si aggiungono logicamente i 6 spagnoli. Però la loro nazionale è ai vertici da anni, così come le loro squadre di club in Eurolega, con il coach della nazionale che alle ultime olimpiadi ha tenuto in campo il 18enne Ricky Rubio per quasi 20' a partita! Ma soprattutto hanno dei palasport con capienze medie che sono il doppio delle nostre. Palazzetti che sono sempre pieni!
A parte i grandi Club, in serie A mancano soprattutto gli investitori, quindi ogni anno bisogna fare i conti con i soliti problemi economici. Ed economicamente per una Società è molto più conveniente prendere uno straniero che costa 1/4 rispetto ad un giocatore italiano di pari valore. Dovendo fare i conti con il budget e dovendo pagari gli stipendi a fine mese è una cosa logica. Per avere la possibilità di giocare agli italiani basterebbe iniziare a cheidere ingaggi più consoni alle loro qualità, mentre invece spesso preferiscono andare a prendere qualche soldo in più nelle categorie inferiori piuttosto che giocarsi il posto guadagnando meno in serie A.
Dicevo che la Federazione sarebbe completamente da rifondare, ci vorrebbe una bella tabula rasa, per poi ripartire con un programma serio, senza i soliti clientelismi. Invece dopo 10 anni di gestione Maifredi, chi si candiderà come nuovo Presidente della FIP? Si tratta di Enrico Prandi, ex presidente della Lega Basket, e due volte vicepresidente della FIP. Insomma, una ventata di freschezza e novità!!! Chissà se abbiamo davvero toccato il fondo o se il peggio deve ancora arrivare!!!

7 commenti:

Coach Bollini ha detto...

Ciao, bel post, anche se un appunto sulla situazione, a mio avviso, sarebbe da rivedere.
Ai scritto che "si pensa che formare giocatori sia più importante che vincere le partite"....da allenatore,credo proprio che il problema sia l'inverso....a livello giovanile non si ha più la pazienza di creare giocatori "futuri", si vuole solo vincere, non viene programmato un percorso formativo completo in quelle società che finanziariamente se lo possono permettere...."rubano" talentini per vincere subito e quando non "servono" più per la causa, tornano alle società di appartenenza, senza aver imparato nulla, brugiandoli da subito e montando "campioni", che non saranno mai....gli investimenti sui giovani, tanto sperato, è indirizzato all'acquisizione, non alle strutture o ad allenatori capaci ed intelligenti.....le categorie senior (parlo delle vecchie "D", "C2", "C1"), sono colme di ultratrentenni strapagati, non si azzarda o non si promuove alcun inserimento di giovani cresciute nei vivai.
grazie del tuo spazio e ciao
Coach Bollini matteo

Vaxgelli ha detto...

Ciao coach, anzi dovrei dire collega.....

Quando ho scritto che "si pensa che formare giocatori sia più importante che vincere le partite" mi sono spiegato male, io intendevo questo:

Sono importanti entrambe le cose. Formare giocatori dal punto di vista tecnico e tattico è importantissimo, l'insegnamento dei fondamentali deve essere la base dell'allenamento per i nostri ragazzi.
Però penso che sia importante anche permettere loro di giocare campionati competitivi, tornei importanti, perchè la competitività stimola la crescita dei ragazzi.

Ti faccio un esempio. L'anno scorso con i miei Under13 ho affrontato la MPS Siena, arrivata prima nel girone, che mi ha dato 50 punti, a me che sono arrivato terzo. Alla Virtus Siena che è arrivata seconda gli ha dato 30 punti. Poi hanno vinto il campionato toscano giocando una vera partita solo in finale contro Livorno. Credo che questi ragazzi a livello agonistico abbiano imparato meno di quello che potevano non avendo avuto la possibilità di confrontarsi con squadre del loro livello. Magari una fase nazionale sarebbe servita......

Poi logicamente le opzioni sono molteplici, così come ci sono tante strade da percorrere per cercare di migliorare questa situazione. Però oggi giorno bisogna anche fare i conti con i ragazzi, che hanno 1000 impegni e che quindi non riescono a dedicarsi al basket come facevamo noi 15 anni fa......

Coach Bollini ha detto...

Giusto, si nota che ci sono delle realtà che coinvoglino tutto l'interesse e i capitali in poche realtà cestistiche, provocando un impoverimento nelle altre realtà.
Ti faccio un esempio, essendo di Milano, vicinanze, la realtà più conosciuta è AJ e a livello giovanile si comporta così.....mega raduno '96 al palalido, se non erro primi di giugno, presenti 180 ragazzi!!!!!!!! di questi 180, ne servono 14/15, naturalmente i più forti, impoverendo le società da dove provengono.....questi campionato U13 cosa faranno?
asfalteranno gli altri, per poi chiudere la stagione con un altro megaraduno '96, in cui al 90% svincoleranno i precedenti perchè ci sono altri 10/12 nuovi ragazzi, più alti o più tecnicamente portati. Gli scarti torneranno a casa senza aver imparato nulla....
E' più facile così, si spende meno, per il nome altisonante sulle magliette.....trovo che bisogna garantire uno sviluppo più locale delle realtà cestistiche, in cui si cura con maggiore attenzione anche le più piccole sfumature del gioco e della tecnica, esistono tanti bravi allenatori che si occupano di piccole/piccolissime realtà che trasformano i piccoli cestisti, in persone, non solo in giocatori di basket, perchè è facendo così che il movimento avrà sempre nuova linfa...creando fenomeni per una stagione, facciamo solo il loro male ed un allontanamento sempre più precoce da questo sport.
Recalcati, che assolutamente non apprezzo come allenatore della nazionele "oggi", perchè ero e sono convinto che il suo ciclo doveva finire dopo le olimpiadi di Atene (perchè li non abbiamo vinto l'argento, ma perso l'oro, per alcune scelte tecniche veramente imbarazzanti), una cosa buona la fatta e la sta facendo.....obbligando gli allenatori a confrontarsi, con i PAO.....ma la federazione deve dare nuove regole alla base, perchè i giocatori ci sono, non è vero che non ci sono più, ma abbiamo finito di avere la pazienza di allenarli a dovere.
ciao

gds75 ha detto...

vogliamo parlare della crisi del napoli basket?

Vaxgelli ha detto...

Quello che fanno le grandi realtà è cosa nota da anni, c'è sempre stata...... ed avviene in tutti gli sport, quindi difficilmente possiamo eliminarla. Senza dubbio non fa bene ai ragazzi, almeno ad una certa età.....

Sui PAO sono daccordo, l'aggiornamento è importante, anche se in alcune zone d'Italia si fà più fatica ad aggiornarsi rispetto ad altre.

Il problema è che poi ci sono Società che mandano ad allenare gente senza tessera magari sotto forma di accompagnatore..... o magari ai corsi vediamo passare della gente che di basket ne sa poco e nulla.

Altra cosa che non condivido è il non permettere agli Allenatori di Base di allenare le squadre di Eccellenza. E' assurdo, perchè non tutti hanno soldi e tempo da spendere per fare due anni di corso intensivo per ottenere la qualifica di Allenatore Nazionale. Poi magari io vinco il campionato OPEN a mani basse, facendo migliorare la squadra conquistando sul campo l'Eccellenza, ma a quel punto non posso più allenare la squadra..... mi sembra assurdo.

GDS, il Basket a Napoli ha avuto delle buone annate, ma alla fine penso che l'ingresso in Eurolega di qualche anno fa sia stato più nocivo che altro..... ora Maione è senza soldi, le istituzioni non aiutano, e trovare degli sponsor nel Basket non è facile. Quest'anno hanno provato a mettere su una squadra zeppa di stranieri... magari hanno trovato qualche gicoatore rivelazione che permetterà al Basket Napoli di restare in serie A..... speriamo.

Coach Bollini ha detto...

Ciao Coach, riprendo l'argomento:
"Quello che fanno le grandi realtà è cosa nota da anni, c'è sempre stata...... ed avviene in tutti gli sport, quindi difficilmente possiamo eliminarla. Senza dubbio non fa bene ai ragazzi, almeno ad una certa età....." è vero, ma si è abbassata l'età paurosamente ....c'era la ricerca del giocatore in casa, della squadra che rappresentasse la società e fosse specchio di un settore giovanile forte e organizzato , certo correlato da qualche talento esterno per completarla o migliorarla....oggi c'è la ricerca del gruppo competitivo a tutti i costi....guarda la regola degli intertoti eccellenza che permettono di far giocare, prestiti momentanei da altre società!!!! Assurdo!!!! Vigevano (b eccellenza) 10Km dal mio paese, sono 20anni che cambia il roster per 9/10 dodicesimi, in una zona dove la pallacanestro è sacra è di giovani giocatori se ne potrebbero sfornare a paccate....la pallacanestro deve cambiare regole dal basso....la vecchia guardia, se ne deve andare, ci vogliono tecnici "giovani" e conoscenti profondi del gioco moderno alla guida della politica cestistica nazionale....non possiamo continuamente avere persone che sono rimaste alla pallacanestro degl'anni 60, legate alla loro poltroncina.....

Vaxgelli ha detto...

Hai ragione, l'età del reclutamento si è abbassata. Infatti la MPS Under13 dello scorso anno della quale ti parlavo aveva ben 3 giocatori arrivati da una squadra limitrofe ed uno da fuori regione.....

Effettivamente ci vorrebbe uno svecchiamento di tutto il movimento, ma come dicevi la gente resta attaccata col bostik alla propria poltrona......

L'unica cosa da fare è far vedere di saper lavorare bene, di portare entusiasmo nei ragazzi, cosa che nel mio piccolo penso di fare.

Se poi ci sarà la possibilità di fare qualcosa di buono a livello generale, portando idee ed iniziative meglio......