28 maggio 2009

Morire per lavorare: 3 operai morti alla Saras

La Raffineria Saras di SarrochMentre i nostri cari politici pensano e parlano di questioni superficiali e spesso inutili, nel nostro Paese continuano ad esserci problemi enormi con le quali i cittadini sono chiamati a confrontarsi ogni giorno per riuscier a campare.
Una piaga enorme sono le famose morti bianche, ovvero le morti sul lavoro che sono quelle che incidono più di tutte nella percentuale dei decessi in Italia. Più degli incidenti stradali, più degli omicidi, più di tutto.
Però raramente sento parlare di questo argomento dai nostri cari politici, che magari ogni tanto provano a riempirsi la bocca con promesse e quant'altro, salvo poi scordarsi di quando detto e promesso il giorno successivo.
La sicurezza sul lavoro è un'utopia per molti operai e per molte piccole ditte. Basta andare in giro per qualche grande città per vederlo, dove si vedono operai sui ponteggi senza casco, senza guanti, senza cinture di sicurezza. Se poi capita di entrare all'interno di uno stabilimento industriale le cose probabilmente peggiorano ulteriormente.
Per non parlare delle condizioni ambientali pessime nelle quali vivono gli abitanti delle zone dove ad esempio sorgono Impianti di Raffineria come ad esempio la Saras di Sarroch, lo stabilimento dove 2 giorni fà hanno perso la vita 3 operai di una ditta esterna. La notizia ha riportato alla ribalta la sicurezza sul lavoro, soprattutto quella degli operai che per appena 900/1000 Euro al mese rischiano la vita tutti i giorni, con i vari padroni che si aricchiscono (magari per dare 100 milioni di Euro a Mourinho come fà Moratti).
Torna di attualità anche un film/inchiesta girato proprio sulla Saras e del quale si è parlato poco a livello nazionale.
Nel Gennaio 2009 aveva visto la luce il film-inchiesta "OIL" prodotto e diretto dal regista Massimiliano Mazzotta, un ricercatore fiorentino, Annibale Biggeri, sia pure con estrema prudenza, mette in relazione la percentuale dei decessi dovuti a malattie tumorali nella zona industriale attorno alla raffineria con l'attività degli stabilimenti. La Saras, assicurando di aver sempre rispettato al massimo le norme di sicurezza nello stabilimento, ha presentato ricorso per chiedere il sequestro del film per verificare se danneggiasse l'immagine della raffineria. A fine mese è fissata l'udienza in tribunale a Cagliari, davanti al giudice civile, sul ricorso per il sequestro.
Si riuscirà mai a fermare questa piaga?


1 commento:

Anonimo ha detto...

Amen!
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