Ho sempre pensato che nel Parlamento italiano uno come Caruso non ci dovesse stare, ora ne ho la conferma, sempre che ce ne fosse bisogno.
A seguito delle tante (troppe) morti bianche che stanno colpendo il nostro Paese, il deputato del PRC aveva dichiarato: "Tiziano Treu e Marco Biagi sono assassini. Le loro leggi hanno armato le mani dei padroni, per permettere loro di precarizzare e sfruttare con maggior intensità la forza-lavoro e incrementare in tal modo i loro profitti, a discapito della qualità e della sicurezza del lavoro".
Naturalmente non sono mancate le reazioni di condanna per le parole di Caruso, primo fra tutti il segretario del PRC Franco Giordano: "Sono culturalmente incompatibili con l'impostazione da sempre adottata dal Partito della rifondazione comunista. Sono parole in libertà di cui il solo responsabile è il deputato Caruso. Resta invece aperta e ferma la battaglia politica e culturale di Rifondazione comunista contro la precarietà e contro la drammatica cronaca di morti annunciate e di incidenti sul lavoro".
Successivamente ha provato a spostare il tiro, a ritrattare quello che aveva detto, ma era ormai troppo tardi.
Direi che è la volta buona per farlo fuori dal Parlamento italiano......
2 commenti:
ciao! grazie per essere passato sul mio blog! :D (complimenti anche a te!)
Approfitto dell'inerenza con ciò di cui trattavo nel mio post per dire: sono d'accordo con te. Caruso non è adatto a stare in Parlamento.
E' uno di quei tipi che, anche quando si ha ragione, fa in modo da mandare tutto in merda.
Se ti va ci scambiamo i link! rispondimi pure da me...!
Spero ripasserai ancora! fammi sapere per i link! :)
E' paradossale la finta caduta dalle nuvole del PRC: Giordano e Bertinotti non sapevano che elemento era Caruso quando lo hanno inserito nelle liste elettorali????
La verità è che i comunisti, come i nazisti e i fascisti, sono incompatibili con la vita civile e con l'attività politica democratica. Peccato che nel nostro Paese godano di una storicamente inspiegabile e vergognosa immunità, a fronte di una sacrosanta esclusione dei nazifascisti.
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