Il diritto allo studio è un diritto soggettivo principalmente tutelato della Costituzione italiana che sanciscono il diritto di un accesso universale ai livelli dell'istruzione di base, ed un accesso meritocratico ai livelli più alti dell'istruzione superiore e universitaria, prevedendo esplicitamente un sistema di borse di studio per i meno abbienti.
Sembra che il diritto allo studio il Governo lo voglia garantire con dei tagli allo studio. Perchè dopo la riforma scaolastica che di fatto sta azzoppando la scuola pubblica (basta sentire i docenti per capire quante limitazioni ci siano per gli studenti), ecco che arriva anche la riforma dell'Università per la quale sono previsti tagli al Fondo di finanziamento ordinario più di 1000 milioni in 5 anni, pari al 15% del totale.
Non c'è male, servono soldi allo Stato che per trovarli prima li cerca nei condoni e negli scudi fiscali, dopo di che va a cercarli nella scuola. Magari poi passeranno anche alla sanità.
Ed intanto Maria Star Gelmini (o EnteroGelmini come la chiamano i docenti) confessa di voler scrivere un libro di “favole regionali”. Ma pensare a riforme che garantiscano ogni giorno di più il famoso diritto allo studio?
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30 ottobre 2009
13 febbraio 2009
27 febbraio 2008
Ricerche universitarie
Ma tornando ai Gambusia holbrooki, il dottorando Christian Agrillo fa sapere che: "Le nostre ricerche ci portano a considerare che i pesci utilizzano una sorta di "accumulatore" interno per individuare il gruppo più numeroso, ovvero stimano la quantità di area che il gruppo occupa".
27 novembre 2007
Figli sportivi
Ad affermarlo è l'Università di Bristol, che ha pubblicato sul British Medical Journal, uno studio secondo cui più che i fattori biologici, sarebbero gli stili di vita dei genitori a influenzare le attitudini dei bambini, fin da quando si trovano nel pancione. A quanto pare anche la stagione di nascita avrebbe un certo effetto.
Secondo Calum Mattocks, autore della ricerca, anche "gli anni prima della scuola sono importanti se i genitori hanno l'abitudine a svolgere regolarmente esercizio fisico, i vantaggi ricadono anche sul comportamento dei figli".
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26 settembre 2007
Umorismo mattutino
Un ragazzo deve sostenere un importante esame scritto all'università. E' preparato, ma affronta la prova con una certa tensione. Il professore è un'ulteriore fonte di paura: corre voce che abbia la mania di misurare attentamente il tempo dell'esame. Chi consegna dopo che tale tempo è scaduto, è bocciato. Il ragazzo scrive e scrive e non si accorge che il tempo è scaduto, e il professore non accetta il foglio. Inutile ogni protesta da parte dell'allievo, il quale lo prega in tutti i modi. La pila degli altri elaborati degli altri studenti è già sulla cattedra. In preda allo scoramento si dirige verso l'uscita dell'aula, ma poi si blocca, torna su i suoi passi e affronta il professore di petto: "Lei non sa chi sono io!" grida al docente. E il professore di rimando: "No, e non mi interessa proprio!".
E il ragazzo: "Benissimo". Alza la pila dei compiti, infila il suo nel mezzo, e fugge a gambe levate.
13 settembre 2007
"Questo è il paese dei furbi"
E' quanto ha dichiarato a Repubblica uno degli studenti coinvolti nell'ennesima truffa durante i test di ammissione all'Università. La GdF sta indagando, visto che questi test sarebbero stati truccati nelle facoltà di medicina ed odontoiatria di Bari, Ancona e Chieti.
A quanto pare alcuni studenti arrivavano a sborsare cifre che potevano raggiungere anche i 30.000 Euro per poter ricevere una spintarella (un aiutino) durante i test di ammissione. Si tratta di una vera e propria associazione a delinquere.
"Chi nella sua vita agli esami, ai compiti in classe, non ha copiato una volta o almeno ci ha provato? Avanti, provate a dirmelo. Rispetto a prima sono cambiati soltanto i metodi".
Ormai l'esser furbi (come direbbe Vasco) fa parte del gioco, fa parte della cultura, non importa se si tratta di una truffa, l'importante è il risultato e non i mezzi con cui si ottiene.
Il rettore dell'Università di Bari ha commentato così: "Sono sereno, quello che potevamo fare per blindare l'esame lo abbiamo fatto e questo ci è stato riconosciuto dal ministero e dalla Procura di Bari, ma allo stesso tempo esprimo indignazione e amarezza per quanto rivelato dall'inchiesta, noi siamo davvero la parte lesa". Già, sono loro la parte lesa. Chissà cosa ne pensano gli studenti onesti (o forse è il caso di dire meno furbi) che si erano fatti il mazzo studiando tutta l'estate per superare il test.
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