Il diritto allo studio è un diritto soggettivo principalmente tutelato della Costituzione italiana che sanciscono il diritto di un accesso universale ai livelli dell'istruzione di base, ed un accesso meritocratico ai livelli più alti dell'istruzione superiore e universitaria, prevedendo esplicitamente un sistema di borse di studio per i meno abbienti.
Sembra che il diritto allo studio il Governo lo voglia garantire con dei tagli allo studio. Perchè dopo la riforma scaolastica che di fatto sta azzoppando la scuola pubblica (basta sentire i docenti per capire quante limitazioni ci siano per gli studenti), ecco che arriva anche la riforma dell'Università per la quale sono previsti tagli al Fondo di finanziamento ordinario più di 1000 milioni in 5 anni, pari al 15% del totale.
Non c'è male, servono soldi allo Stato che per trovarli prima li cerca nei condoni e negli scudi fiscali, dopo di che va a cercarli nella scuola. Magari poi passeranno anche alla sanità.
Ed intanto Maria Star Gelmini (o EnteroGelmini come la chiamano i docenti) confessa di voler scrivere un libro di “favole regionali”. Ma pensare a riforme che garantiscano ogni giorno di più il famoso diritto allo studio?
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30 ottobre 2009
23 agosto 2007
La "cara" Agenda......
Per la realizzazione delle Agende del 2008 è prevista una spesa di 258.572 euro, circa mezzo miliardo del vecchio conio. E' bello sapere che vengono spesi in questo modo i "nostri soldi".
E' però confortante sapere che rispetto a 2 anni fa questa cifra è calata enrmemente, visto che nel 2005 furono spesi ben 744.156 euro.
Mi dico: ma non potrebbero evitare queste spese? Tanto il banchiere di turno che regala la sua agenda lo trovano tutti.
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06 luglio 2007
Mezzo miliardo di Euro
Si, perchè i costi della politica in Italia sono sempre stati esorbitanti, ed oggi possono essere definiti addirittura imbarazzanti.
La cifra finale che il nostro Paese andrebbe a risparmiare è di ben 500 milioni di Euro, una cifra molto elevata, che diventa un'enormità se si considera che questi tagli verranno operati solo sugli enti locali, senza toccare (per il momento spero) Camera e Senato.
Si va dalla riduzione e l'accorpamento degli enti locali ai limiti per il finanziamento pubblico dei partiti, dai tagli poderosi alle auto blu a norme "rigorosissime" sulla trasparenza nell'affidamento degli incarichi pubblici. E poi: un limite dell'accumulo degli incarichi pubblici, l'abolizione cioè di quelle figure quasi mitologiche che riescono ad essere contemporaneamente sindaci, consiglieri, amministratori e altro. (fonte Repubblica.it)
Era l'ora che i costi della politica venissero ridimensionati, ma con questo DDL si compie solo un piccolo passo, al quale spero ne seguano altri che inizino a colmare la smisurata distanza che c'è fra i cittadini ed i loro dipendenti, ovvero i politici, che rimangono la classe più privilegiata d'Italia.
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