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23 ottobre 2009

Vespa resta senza aumento (per ora)

 
Mi sembra quasi superfluo parlare della crisi economica che da tempo ormai colpisce il nostro Paese. La situazione è nota a tutti, soprattutto a quelle persone che sentono la crisi più di altre, ovvero le persone senza lavoro, i cassaintegrati, i pensionati o comunque tutti coloro che faticano ad arrivare a fine mese.
Sul tema della crisi economica il signor Bruno Vespa (giornalista intoccabile della RAI, quindi di tutti noi cittadini italiani) ci imbastisce diverse puntate del suo Porta a Porta.
Diverse volte ho visto il signor Vespa parlare del prezzo delle zucchine e dei pomodori insieme ad esperti di economia delle svariate università italiane.
Diverse volte ho visto il signor Vespa parlare del prezzo del carburante, dei biglietti di treni, autobus e così via.
Anche l'altro giorno il signor Vespa parlava dei bassi stipendi dei dipendenti statali con ospite in studio il mini ministro Brunetta.
Insomma, spesso il signor Vespa ha trattato questo tema evidenziando le difficoltà degli italiani ad andare avanti con stipendi minimi, parlando delle difficoltà di arrivare a fine mese, spesso evidenziando anche le differenze di stipendio rispetto ad altre categorie lavorative.
Beh, il signor Bruno Vespa ha oggi ricevuto il rifiuto da parte del consiglio di amministrazione della Rai che avrebbe dovuto decidere delle richieste contrattuali del giornalista. Attualmente la sua retribuzione minima annua pari ad un milione e 200mila Euro, che ovviamente si alza con varie voci accessorie. La richiesta di Vespa, il cui contratto è in scadenza, è quella di alzare questo minimo ad un milione e 600mila Euro annui.
Insomma, Vespa  ha chiesto un aumento del 20%. A chi gli ha fatto notare che la pretesa in economica in questo periodo è almeno fuori luogo, il giornalista ha risposto: "Bisogna considerare l'inflazione"
In Rai tagliano lo stipendio a tutti, scenografi, costumisti, registi, di almeno il 10%, ma lui vuole l'aumento.
Caro Bruno, almeno evita di parlare del prezzo di latte, pomodori, zucchine e così via, evitando di prendere per il culo chi ti guarda. Oltretutto non credo che tu vada molto spesso a fare la spesa.....

03 luglio 2009

Bisogna restare ottimisti

Silvio Berlusconi detto il BerluscaL'ottimismo è il profumo della vita, come diceva un pensionato in un famoso spot pubblicitario.
A quanto pare Berlusconi ha deciso che l'ottimismo è l'arma in più per governare (che parolone) il nostro Paese che giorno dopo giorno sambra andare sempre più a fondo.
Pensavo che per governare ci volesse invece realismo, che ci volesse intelligenza e senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, soprattutto nei confronti di quellio che giorno dopo giorno sono sempre più in difficoltà.
Il Premier la vede diversamente, le sue uscite e le sue dichiarazioni ormai sono sempre le stesse: la crisi è leggera, bisogna avere ottimismo, tutta colpa della sinistra che falsa le cifre, i contestatori sono mandati dalla sinistra che mi vuole male e così via. Semplicemente patetico.
Ma più patetici sono i pecoroni che vanno dietro alle parole di questo Premier.
Oggi Berlusconi diceva: "Cercheremo di essere sentimentalmente portati a vedere la dura realtà dei conti e della crisi guardando avanti e sperando in un futuro migliore". Sperare in un futuro migliore? Altro che sperare, bisogna ma dare una mano a chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, bisogna far qualcosa di concreto invece di pensare ai vari Lodo Alfano che non penso siano stati molto utili agli italiani.
Invece Silvio va all'attacco dei giornali (di sinistra ovviamente) che parlano della crisi. Bisogna parlare solo delle cose che vanno bene, delle cose che portano consensi, non di quelle che fanno capire davvero qual'è la situazione odierna in Italia. Bel modo di governare e parlare, bravo davvero.
Tanto tra 5 giorni c'è il G8, a L'Aquila naturalmente, dove oggi c'è stata una nuova scossa di magnitudo 4.1. Ma non fa niente, di fronte ad un'operazione pubblicitaria del genere va tutto bene. Vero Silvio?

06 maggio 2009

La Fiat compra......

Il mercato automobilistico è sempre più in crisi, ed ovviamente con il passare degli anni lo sarà sempre di più perchè è già saturo da tempo (di auto in giro ce ne sono già troppe, bisognerebbe pensare a mezzi di trasporto alternativi ed ecologici al giorno d'oggi).
Le case automobilistiche chiedono aiuti ed incentivi statali per rilanciare il settore, tra queste anche la Fiat ovviamente, che continua a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti. E noi paghiamo per loro (sì, noi contribuenti che paghiamo le tasse).
Beh, nonostante questo la Fiat è in pole position per l'acquisizione di Crysler e sembra intenzionata a rilevare anche la Opel con l'amministratore delegato Sergio Marchionne impegnato su più fronti.
Senza dubbio io non capisco molto di economia e finanza, ma a prima vista c'è qualcosa che non torna. Un'azienda che ha delle difficoltà a pagare ed a far lavorare i propri dipendenti (vedi cassa integrazione) che opera in un mercato in forte crisi (quello automobilistico) cerca di acquisire altre aziende che sono in forte difficoltà. Anche se l'obbiettivo sarà quello di farlo acquisendole senza debiti di sorta, mi sembra un azzardo e soprattutto una mancanza di rispetto verso chi da la possibilità alla Fiat di fare queste cose (lo Stato) e di chi paga (noi contribuenti).

13 febbraio 2009

C'è crisi.....

Luigi Berlusconi e la crisi economicaIn Italia c'è crisi, ma per fortuna che ci sono persone "molto sagge" che riescono a superarla con agilità e prudenza. E bravo Luigi..... o bravo Silvio???
Speriamo che tutti prendano esempio, così l'Italia ripartirà!

02 settembre 2008

C'era una volta il Basket in Italia

Non ci sono dubbi, il basket italiano oggi sta affrontando la più grande crisi che si ricordi nella sua storia recente. Sembrerà strano sentire affermare una cosa del genere proprio nel terzo anno consecutivo in cui un giocatore italiano viene scelto ai primi posti del Draft NBA (Bargnani, Belinelli e Gallinari in successione), ma la situazione è questa ed all'orizzonte non si vedono schiarite.
Lo specchio del movimento cestistico italiano dovrebbe essere logicamente la Nazionale, ed è proprio da lì che si vede quanto sia grande oggi la crisi dell'Italbasket. Dopo Atene 2004 (argento olimpico) i risultati sono stati a dir poco pessimi, culminati con la mancata qualificazione alle Olimpiadi di Pechino. Sembra che si fosse toccato il fondo, ma oggi la situazione è ancor più grave. La Nazionale sta affrontando le qualificazioni per l'europeo del 2009, e dopo 4 partite si trova all'ultimo posto del proprio girone dopo aver ceduto il passo a Serbia, Ungheria e Bulgaria. Ora serve un miracolo, ma nello sport difficilmente avvengono.
Sul banco degli imputati ci sono la Federazione e il coach della Nazionale. Il problema è la mancanza di giocatori validi? Oppure Recalcati non riesce più a gestire nel modo migliore il suo ruolo di selezionatore ed allenatore degli azzurri? Secondo me il problema è doppio, ci vorrebbe una bella pianificazione seria della pallacanestro italiana, con una rivoluzione anche all'interno dei piani alti della FIP, ma ci vorrebbe anche un cambio alla guida della Nazionale che ormai da anni presenta sempre gli stessi problemi.
A mio modesto avviso Recalcati ha sbagliato spesso le sue scelte, errore che ha commesso anche per queste qualificazioni europee. Ma soprattutto in questi anni non si è visto giocar bene questa squadra, che è apparsa tatticamente povera sia in attacco che in difesa. Offensivamente parlando poi è sotto gli occhi di tutti che l'Italia fa dell'abuso del tiro da 3 punti il suo marchio di fabbrica, solo che può andarti bene una volta, ma alla fine difficilmente questo gioco paga.
Per quanto riguarda la Federazione, a livello gestionale tutto parte dalla base, quindi dai settori giovanili. Ogni anno si cambia qualcosa, riuscendo solo a complicare la vita di molte società che con fatica vanno avanti. Nei campionati giovanili manca la competitività, si pensa che formare giocatori tacnicamente sia più importante che giocare campionati competitivi con l'obbiettivo di vincere le partite, senza pensare che proprio l'agonismo aiuta a creare dei giocatori. Penso che le due cose debbano andare di pari passo. Non sono infatti daccordo con l'abolizione delle finali nazionali Under14, campionato che dallo scorso anno termina con la fase regionale. I ragazzi già a 14 anni devono iniziare a "sudare" per conquistarsi un risultato importante, perchè è solo giocando campionati di alto livello (con alta competitività ed agonismo) che i ragazzi possono crescere.
L'altro problema sembra essere quello della presenza di giocatori italiani nelle squadre di serie A. Il regolamento dice che su 12 giocatori a referto, almeno 6 devono essere italiani (di cui 2 naturalizzati) oltre ai quali si possono avere 4 extracomunitari e 2 comunitari. Beh, visto che in campo si gioca in 5, anche con le rotazioni alla fine in Italia lo spazio per gli italiani è ridottissimo, con molti azzurri (o azzurrabili) che se ne stanno seduti in panchina a guardare. L'anno scorso l'impiego medio dei giocatori italiani è stato del 20% circa, con molte delle 18 squadre della serie A che avevano un quintetto senza italiani veri in campo. Quindi è il regolamento che ci penalizza? Sembra di sì, ma forse non è così. In Spagna alla fine il regolamento è lo stesso, con la differenza che gli extracomunitari son 2 ed i comunitari 4, ai quali si aggiungono logicamente i 6 spagnoli. Però la loro nazionale è ai vertici da anni, così come le loro squadre di club in Eurolega, con il coach della nazionale che alle ultime olimpiadi ha tenuto in campo il 18enne Ricky Rubio per quasi 20' a partita! Ma soprattutto hanno dei palasport con capienze medie che sono il doppio delle nostre. Palazzetti che sono sempre pieni!
A parte i grandi Club, in serie A mancano soprattutto gli investitori, quindi ogni anno bisogna fare i conti con i soliti problemi economici. Ed economicamente per una Società è molto più conveniente prendere uno straniero che costa 1/4 rispetto ad un giocatore italiano di pari valore. Dovendo fare i conti con il budget e dovendo pagari gli stipendi a fine mese è una cosa logica. Per avere la possibilità di giocare agli italiani basterebbe iniziare a cheidere ingaggi più consoni alle loro qualità, mentre invece spesso preferiscono andare a prendere qualche soldo in più nelle categorie inferiori piuttosto che giocarsi il posto guadagnando meno in serie A.
Dicevo che la Federazione sarebbe completamente da rifondare, ci vorrebbe una bella tabula rasa, per poi ripartire con un programma serio, senza i soliti clientelismi. Invece dopo 10 anni di gestione Maifredi, chi si candiderà come nuovo Presidente della FIP? Si tratta di Enrico Prandi, ex presidente della Lega Basket, e due volte vicepresidente della FIP. Insomma, una ventata di freschezza e novità!!! Chissà se abbiamo davvero toccato il fondo o se il peggio deve ancora arrivare!!!