I giorni post-terremoto dal punto di vista televisivo sono stati un esempio calzante di come lo sciacallaggio mediatico la faccia da padrone nella televisione di oggi.
Ovviamente l'evento sismico che ha colpito l'Abruzzo e che ha toccato tutti gli italiani è stato grave ed importante. Ma un conto è fare informazione, un conto è sfruttare il dolore della gente per fare spettacolo e non informazione.
In primis ci ha pensato la RAI, snocciolando i dati di ascolto di telegiornali e speciali relativi al primo giorno del terremoto.
Poi ci si son messi tutti, le emittenti TV pubbliche e private, satellitari e non, che hanno mandato delle flotte di inviati in Abruzzo per seguire da vicino l'evolversi della situazione. Ma non lo hanno fatto con discrezione, tutt'altro, andando a violare la privacy e la dignità di migliaia di sfollati colpiti da questo grave evento.
Ho visto inviati speciali entrare con le telecamere dentro le tende degli sfollati per vedere qual'era la situazione, ho visto un'inviata in particolare che nella notte andava a bussare sulle portiere delle macchine svegliando la gente per chiedere "cosa stava facendo in macchina".
Una TV indecente, nelle mani di un'orda di sciacalli, pronti sfruttare il dolore della gente di vedere impennato il proprio share.
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